Maria Eugenia

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¡Hola! ¡Buenas tardes/días!

Mi chiamo Maria Eugenia, vengo dal Venezuela. Abito a Genova da quasi vent’anni. Quando sono arrivata conoscevo già la lingua italiana e l’Italia. Da piccola ci ero stata portata dalla mia famiglia per vacanza  e poi, da grande, avevo fatto dei soggiorni di studio e di lavoro e dei giri turistici lungo il paese. Adesso, che sono molto più grande, mi piace darne la mia visione, fare conoscere a chi arriva ciò che  può aiutare ad avvicinarsi a Genova e a l’Italia, agli Italiani e ai genovesi, ma anche ad osservarli e apprezzarli.

Qua ho dovuto costruirmi un profilo professionale diverso dai precedenti, rispondendo con saperi ed esperienze acquisite altrove alle sollecitazioni del territorio ed integrandoli con ciò che questo territorio mi ha offerto, come formazione e possibilità di lavoro. In Venezuela ero giornalista, cineasta, antropologa, docente, e in Italia ho fatto e faccio tutto ciò ma in maniera discontinua, piuttosto saltuaria. Approdata per motivi familiari (per amore, di mio figlio e di mio marito genovese), sono riuscita a sviluppare dei legami con il territorio che passano anche attraverso il lavoro, le 4 associazioni a cui appartengono e le relazioni in generale.

Nei vari lavori che svolgo, mi propongo sempre di cercare di svegliare l’interesse per il territorio e i suoi abitanti. Per esempio, come mediatrice interculturale lo faccio con chi arriva per viverci, perché possa sentirli meno estranei e distanti, oltre a inserirsi nella città, nella scuola, nella sanità, nei molteplici servizi, tenendo conto dei propri diritti e doveri. Cerco di offrire quegli elementi che permettano di capirli e, magari un giorno, amarli. Per appianare le distanze bisogna, però, che chi riceve i migranti (nella scuola, nei servizi, nelle abitazioni, nella città tutta) abbia degli strumenti per accogliere e la vera accoglienza passa attraverso la conoscenza o, quanto meno, l’interesse. Se nella mediazione, in generale, si lavora con la considerazione di tutte le parti in gioco, ecco che nella mediazione interculturale è anche importante svegliare un interesse reciproco.

Il territorio o i territori, nelle loro varie declinazioni, sono anche una costante quando insegno le lingue (Spagnolo e Francese, perché ho vissuto anche in diverse età in paesi francofoni). C’è miglior modo d’interessare ai portari di quelle lingue che oggi fanno parte della città?